Rebranding, che cos’è?
Una strategia di rebranding è solitamente associata alla necessità di un cambiamento nella brand image.
Rebranding, aggiornare la brand identity, cambiare l’immagine dell’azienda, diventa un valore aggiunto per ottimizzare il business aumentando la clientela e fidelizzando quella già presente.
Viviamo nella società dell’immagine, l’introduzione di internet, l’evoluzione dei social network, tutto porta l’immagine a svolgere un ruolo fondamentale nella nostra vita. Questo concetto vale per le persone e soprattutto per le aziende, che devono creare un’immagine capace di trasmettere valori condivisi. Quindi proposte di valore per il cliente, che diventano vere e proprie esperienze: si vendono emozioni, stili di vita.
Da qui il concetto di brand e l’idea che il consumatore si fa dell’azienda. Un insieme di associazioni, pensieri che appaiono nella mente ogni volta che qualcuno sta per acquistare un prodotto o un servizio.
Si creano aspettative che incideranno nella decisione dell’acquisto del prodotto, ad esempio la qualità dei materiali, le emozioni suscitate, l’affidabilità e l’assistenza post acquisto.
Il brand accompagna il consumatore durante tutta la customer experience, a partire dall’awareness fino ad arrivare all’advocacy. Ne consegue che il concetto di brand è di fondamentale importanza per la strategia di marketing da adottare.
Quando l’immagine dell’azienda non funziona più, perché obsoleta rispetto ai trend del mercato o perché non rappresenta più ciò che l’azienda fa, può essere necessario aggiornare la brand identity.
Come si fa il rebranding?
Si reinventa l’identità dell’azienda, rimodernizzandola e utilizzando un’azione di marketing pensata nei minimi particolari.
Si parte con una attenta analisi del target:
- è cambiato rispetto a prima?
- possiamo includere altri segmenti di pubblico?
- Ci sono differenziazioni demografiche o geografiche?
- Gli utenti in quale momento della loro life journey si trovano?
Nel rebranding si può cambiare la grafica, il logo e addirittura il nome. Tutto dipende dal motivo che ci spinge a farlo.
Potrebbe essere necessario perché l’azienda ha subìto un cambiamento, ha introdotto nuovi prodotti e servizi e quindi necessita di un’immagine che la rappresenti meglio.
Oppure perché il target è cambiato, i giovani si affacciano al mercato quindi l’azienda ha bisogno di rimodernarsi.
I tempi e le mode cambiano e con loro deve cambiare il modo di approcciarsi al mercato dell’azienda. Una realtà presente da tanti anni era competitiva nel momento in cui si è affacciata sul mercato, per continuare ad esserlo deve rispondere ai bisogni dei consumatori di oggi.
La strategia di rebranding, quindi, passa principalmente per l’immagine, intesa in senso olistico. Bisogna ripensare ai valori, alle esperienze che si offrono, all’eventualità di impegnarsi nel sociale arrivando poi al cambiamento di grafica, logo, siti internet e posizionamento sui social network.
Rebranding proattivo e reattivo
Miglioramento della brand image e di crescita aziendale oppure una strategia per innovare, rivolgersi a nuovi mercati o target.
Il rebranding può essere vissuto in modo proattivo o reattivo.
Per rebranding proattivo si intende un rinnovamento che nasce internamente all’azienda e che risponde ad una strategia volta al miglioramento.
Solitamente si fa per raggiungere un nuovo target di consumatori, o perché si creano nuovi prodotti o si apre a nuovi Paesi/mercati.
oppure con il fine di rafforzare il legame con il pubblico originario.
Il rebranding reattivo invece risponde a stimoli esterni. Ad esempio l’entrata di nuovi competitors oppure l’innovazione di quelli esistenti che fanno perdere vantaggio competitivo alla tua azienda.
Il rebranding reattivo e proattivo portano sempre ad una crescita aziendale. La brand image ne risulta migliorata e può essere utilizzata come strategia per proporre innovazioni.

Mantenere una coerenza tra l’evoluzione del business e la brand identity.
Il business è in continua evoluzione: cambiano i consumatori, cambiano i prodotti, cambiano i mercati e i trend.
I consumatori hanno nuovi bisogni da soddisfare, esigenze emotive e valori diversi. La brand identity deve evolversi in senso espansivo inglobando i nuovi trend, rispondendo così alle nuove necessità del mercato.
Quando, però, si adatta l’immagine al mercato, è importante mantenere una coerenza tra l’evoluzione del business e la brand identity. I nuovi prodotti/servizi devono rispecchiarne i valori e la mission e la vision: se non fosse così, queste vanno aggiornate.
Rebranding nel settore del b2b
Rebrandizzare un’azienda e poi di conseguenza anche i suoi prodotti.
Il rebranding può risultare molto vantaggioso anche nel settore del b2b, ovvero quando i nostri clienti sono altre aziende.
La reputazione è di fondamentale importanza sul mercato e questo vale anche nel settore b2b. Se c’è poca spinta innovativa e l’azienda da un’immagine di sé legata al passato non sarà competitiva.
All’aggiornamento dell’immagine aziendale, dovrà necessariamente seguire quello dei prodotti o servizi offerti. E’ necessario creare nuove storytelling, cucite su misura per i mercati che si intende conquistare.
Conclusioni
Il rebranding diventa un must per le aziende che vogliono restare competitive sul mercato. Le mode e i trend cambiano continuamente e solo se riesci a stare al passo con i tempi l’azienda potrà crescere e prosperare.
L’innovazione e il rebranding sono quindi una spinta al miglioramento, a prescindere dalle motivazioni che hanno portato ad un aggiornamento della brand identity.
L’innovazione è il motore dello sviluppo economico e sociale e il rinnovamento è necessario per sopravvivere in un mondo che cambia ad una velocità incredibile.